La strada provinciale della val Cantuna, salendo da Cadola per alcuni decisi tornanti, prima di avventurarsi tra le valli di Pieve d’Alpago, incontra un’ultima frazione, Arsiè.
L’abitato, allungato sul rilievo ai piedi del monte Dolada, ha un suo nucleo vecchio, che testimonia un passato di considerevole paese. Esso risulta infatti segnalato in antiche carte della zona. La via principale, che si imbocca scivolando fuori dalla provinciale presso l’obelisco ai caduti in guerra, lo percorre in tutta lunghezza tra le case allineate, disegnando piccole piazzette.
La chiesa dedicata a San Marco, citata in atti vescovili fin dal 1525, si trova in posizione più elevata rispetto al paese. Attenti restauri l’hanno recentemente rimessa a nuovo, dentro e fuori, mentre il caratteristico campanile è stato arricchito dall’orologio.
Poco più in basso, una piccola piazza racchiude la vecchia fontana, anch’essa recentemente restaurata e impreziosita dalla meridiana e da un affresco, opere degli artisti locali Paolo De Pasqual e Michele Nave.
Al centro del paese l’edificio della vecchia latteria è divenuto il centro vitale di varie iniziative e in esso i paesani, di indole vivace e collaborativi, animano frequenti momenti di ritrovo. Qua e là si aprono caratteristici porticati, vecchie stalle e cortili erbosi. Qui il paese ha ancora un aspetto contadino, con i fienili, le corti, gli attrezzi.
Proseguendo si può discostarsi dalla via maestra, che si ricongiunge alla provinciale, per trovarsi nei cosiddetti “Menarei”, dove si aprono i pascoli, e un antico lavatoio ricorda le fatiche femminili di un tempo.
Il paese è panoramico in ogni suo punto, la posizione elevata consente infatti una appagante veduta sulla vallata e sul lago di Santa Croce.
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Pagina aggiornata il 02/08/2024