La piana di Cugnan ha restituito reperti risalenti a 5000/4000 anni fa. L’attuale toponimo è di probabile origine romana e si ritrova nella forma di Cuvignano in attestazioni del 1281 e del 1577.
Il paese, come tutta la zona, ha subito cambiamenti radicali dal secondo dopoguerra, dovuti all’abbandono dell’agricoltura e delle attività di cava che ne avevano precedentemente caratterizzato il paesaggio.
Cugnan è segnata da due vie principali, alle estremità della via est-ovest si trovano le località di Boz e Lasta tradizionalmente considerate parte della frazione. Scomparso anche lo “Sporlonch”, un canale naturale che si riempiva dell’acqua scesa dai colli circostanti durante le piogge; ora al suo posto c’è la strada provinciale che porta in Nevegal. A Cugnan rimane visibile l’impianto a cortili (cortivi) caratteristico della zona; gli edifici, infatti, erano collegati e riuniti in gruppi di 4/5 famiglie attorno ad un cortile, che comprendeva abitazioni, fienili, stalle, cui si accedeva attraverso un porticato. Da qui la consuetudine di chiamare il nucleo del paese dove questo sistema è concentrato “do pai portoi”. Il materiale da costruzione maggiormente reperibile nel luogo era la pietra. Essa era squadrata in modo magistrale, dai maestri scalpellini ed usata a facciavista; con la pietra di Cugnan, oltre alle varie parti dei fabbricati, si rivestivano anche i tetti a due falde.
Caratteristici e distintivi di Cugnan sono i due edifici presenti anche nel logo della frazione: “il palazzo” completato da De Fina Mosè nel 1910 (come dice l’iscrizione nell’architrave sopra l’ingresso) e la chiesa. Quest’ultima è probabilmente esistente fin dal X° secolo, anche se il primo documento in cui viene citata è del 1345.
In tutto il territorio frazionale sono presenti alcuni pozzi da cui si attingeva l’acqua, oggi non più in uso. La frazione è invece povera di fontane; ve ne sono due: una a Boz, vicino al sito panoramico fornito di panchine e tavoli, ed una nella piazza. In un altro cortile, adiacente a quello in cui è situato uno dei pozzi, c’è il forno, che in passato veniva utilizzato in comune anche se di proprietà privata; è ancora ben conservato, ma non più utilizzato.
A Cugnan, fino alla fine degli anni ’60, si svolgeva tra i giovani una sfida goliardica, consistente nel costruire delle barricate in piazza il più alte possibile, con gli oggetti reperibili nei dintorni.
Nello stesso periodo Felice Bernardi costruiva bob, con i quali i ragazzi percorrevano dei tracciati lungo le strade del paese. Sempre nell’ambito dell’intrattenimento, un’altra particolarità, questa volta condivisa con Quantin, è tuttora il gioco delle carte detto “el truco”, conosciuto e diffuso solo in queste due frazioni, anche se ormai appannaggio solo dei più anziani e forse destinato a scomparire.
Girando per il paese si possono notare diversi murales, eseguiti all’interno della manifestazione estiva “Arte nell’ambiente” svoltasi fino al 2006.
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Pagina aggiornata il 02/08/2024