Polpet si è sviluppata nell’ansa del Piave, alle pendici del monte Frusseda e all’incrocio fra la Val Belluna e la Conca dell’Alpago. Molti gli indizi che testimoniano antichi insediamenti: il reticolo stradale della centuriazione, i numerosi reperti e lo stesso toponimo antico: “Populetum”. Sono state rinvenute testimonianze di epoca neolitica in località Lus e Privilejo sotto i ripari delle rocce sporgenti (landre), frequentate oggi da appassionati arrampicatori. Alcune lastre tombali ed altre lapidi sono visibili nel giardino della Biblioteca comunale, ed in un’area privata che ha conservato in loco il materiale emerso durante gli scavi per le fondamenta dell’abitazione. L’abitato di Polpet si è sviluppato attorno ai nuclei storici di Livinal, Borghi e l’attuale via Rodolfo Fiori. Le abitazioni antiche sono state costruite intorno a corti chiuse da muri (cortivi) con caratteristici accessi ad arco. Ogni cortivo apparteneva ad una famiglia. In questi ambiti si svolge una delle giornate di «Paesi Aperti», la manifestazione estiva che interessa le frazioni di Ponte nelle Alpi con attività culturali ed enogastronomiche. In queste giornate Polpet offre ai visitatori la possibilità di assaporare nei vari cortivi i semplici ma gustosi piatti tipici del Bellunese di anno in anno proposti.
Ai Borghi si trova la casa natale di Silvestro Boito, pittore, padre di Arrigo Boito (musicista), e Camillo (architetto), esponenti della Scapigliatura, che ebbero larga fama nella Milano di fine Ottocento.
L’economia di Polpet, come le altre frazioni di Ponte nelle Alpi, si è basata per secoli, sulla produzione agricola, boschiva e di allevamento ben strutturata nell’ampio pianoro che si estendeva fino a Capo di Ponte.
A ciò si aggiunse una fiorente attività legata al trasporto di persone e merci lungo il Piave, che coinvolgeva varie famiglie pontalpine.
La “famiglia” degli zattieri di Ponte nelle Alpi lavorò fino al primo Dopoguerra, adeguandosi, poi, alla graduale impossibilità di navigare lungo il Piave a causa degli sbarramenti idroelettrici e all’avvento di nuovi mezzi di trasporto su strada. Fiorenti attività commerciali ed artigianali si sono sviluppate lungo la vecchia strada per il Cadore che attraversava il centro della frazione.
La chiesetta di S. Andrea, costruita sulle pendici del Monte Frusseda è il simbolo storico della frazione di Polpet. La chiesa è raggiungibile in circa 30-40 minuti, percorrendo un ripido sentiero, meta di numerosi escursionisti. L’antico tempietto fa parte dell’itinerario delle chiesette Pedemontane del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Di notevole pregio la statua lignea di Sant’Andrea, straordinario esempio di scultura di epoca altomedievale databile tra la fine del sec. XIII e gli inizi del XIV, conservata oggi nella chiesa parrocchiale e restaurata integralmente nel 2002. Al Santo sono dedicate varie manifestazioni culturali e sportive, ed a lui sono intitolati sodalizi ed associazioni.
Nell’area adiacente lo stadio, da alcuni anni, agli inizi di settembre, si svolge anche la tradizionale antica «Sagra di Polpet» già «Sagra dei fighi», che per una decina di giorni coinvolge gran parte degli abitanti della frazione e che ha il culmine l’8 settembre (Festa patronale della Natività di Maria).
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Pagina aggiornata il 10/09/2024