La leggenda vuole che il primo antico insediamento portasse il nome di “Radisele” e sorgesse più in basso dell’attuale paese, fondato “da un cavaliere di nome Viel o De Viel…venuto da un lontano paese di Francia di nome San Quantin…(Saint Quentin)…”. La data di fondazione leggendaria non è certa, ma l’origine del villaggio di Quantin potrebbe risalire almeno al sec.xv, quando un piccolo nucleo di case si sviluppò intorno alla vecchia chiesa dei Santi Matteo e Mattia, a nord-est dell’attuale abitato.
Quantin, come le altre frazioni dei Coi, basava la sua povera economia sull’agricoltura, ed in particolare sull’allevamento bovino. Infatti anche qui sorge nel 1926 una latteria sociale turnaria per la lavorazione del latte e la produzione del formaggio e del burro. Attualmente i locali della latteria, chiusa a metà degli anni ’80, sono adibiti a “museo” e come ritrovo per la comunità paesana.
Nel 1888, quando l’antica chiesa non fu più idonea a contenere la popolazione, gli abitanti del luogo decisero la costruzione di una nuova chiesa dedicata ai Ss. Angeli Custodi, intorno alla quale si sviluppò la vita del paese. Nel 1904 venne innalzato anche il campanile, notevole per mole ed originale nella forma. Secondo le testimonianze orali tramandate si sa che il modello fu importato dall’Austria da alcuni operai che lavoravano come muratori e scalpellini in quei paesi. Infatti l’emigrazione all’estero (America, Europa) e nelle grandi città d’Italia è durata fino al 1960-70, ed ha interessato, in forme diverse, buona parte delle famiglie del paese. Ciò ha permesso, di contro, l’ampliamento dello stesso con nuove costruzioni, frutto delle fatiche e dei sacrifici lontano dalla propria terra.
Nel nucleo originario del paese sorgeva un piccolo cimitero, ora recuperato e restaurato, in cui sono conservati resti tombali risalenti al XIX secolo.
Anche Quantin può vantare il felice connubio acqua-pietra, conservando tuttora alcune splendide fontane ed il lavatoio. Questo, costruito in scaglia rossa, da scalpellini locali subito dopo la Grande Guerra (come si legge su un’incisione “R.SQ.V. & COMP. 1919”), servì per ripristinare le attività del paese danneggiato dal conflitto. Il lavatoio è formato da una vasca lunga 7 m e larga 1,80, poco profonda e circondata da un bordo inclinato di lastre di pietra, sulle quali veniva strofinata e strizzata la biancheria, sciacquata poi nell’acqua corrente. A fianco e più in basso si trova una piccola vasca in pietra dove erano lavati i panesei (pannolini dei bambini).
Il lavatoio era utilizzato a turno dalle donne di Quantin, che vi si recavano a lavare e sciacquare i panni dopo aver fatto la lissía (il bucato) nei propri cortili.
Oltre al lavatoio, vicino alla scalinata in pietra che porta in paese, c’è ancora una fontana, che era utilizzata come abbeveratoio per le mucche.
La vicinanza di Quantin al Nevegal favorisce il passaggio di turisti in tutte le stagioni, richiamati anche dalle manifestazioni sportive organizzate in paese durante tutto l’anno.
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Pagina aggiornata il 10/09/2024