Il paese di Soccher è situato ai piedi del versante meridionale del monte Dolada, all’estremità prossima al Piave. È plausibile pensare che Soccher sia stata in passato un’enclave strategica; prova ne sarebbe l’esistenza del castello di San Giorgio (secolo XII), ubicato su un promontorio che domina il paese, e possibile fulcro dell’espansione dell’abitato.
L’attività dell’estrazione delle mole da macina ha caratterizzaro sin dalle origini l’economia di Soccher. Sono state individuate più di una decina di cave tra il Piave e le pendici del Dolada; all’estrazione delle mole si associava l’attività della loro rifinitura ad opera di scalpellini ed il trasporto via terra e via fiume con zattere. Anche le attività relazionate all’edilizia sembrano aver avuto sin dagli inizi grande importanza; sono testimoniate in paese due fornaci per la produzione di calce viva in località Col del Mago e Masarei. Per questo tipo di processi produttivi l’acqua era un elemento essenziale e la presenza di ben sei fontane pubbliche ne testimonia la disponibilità.
Altro indicatore dell’importanza e della vitalità di Soccher sono le chiese ed i capitelli votivi. Il paese contava tre chiese: San Giacomo e Filippo, San Giorgio in Castello e Sant’Osvaldo (nei pressi del Rai). Le ultime due chiese, oggi scomparse, erano site rispettivamente nel perimetro del castello e in prossimità del mulino della Nendra (noto come “la Fabretta”. Nel territorio di Soccher si trovano anche i “fortini”, costruzioni in pietrame apparentemente di origine militare che, site sulle pendici del Dolada a nord-ovest del paese, dominano la prospettiva della Val Belluna, dei Coi de Pera e della Conca dell’Alpago.
Nella frazione si svolgono acora oggi numerose manifestazioni legate alle festività tradizionali (Presepe), festa di San Giacomo, festa dell’emigrante) ed alle ricorrenze della cooperazione regoliera ormai cinquecentenaria.
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Pagina aggiornata il 10/09/2024