VichVich è una piccola frazione dei “Coi de Pera Alti”. Salendo da La Secca, attraverso la vecchia strada romana, s’incontra la ridente borgata, il cui nome, derivato dal latino vicus (villaggio), fa pensare che questo paese esistesse fin dal tempo dei Romani. È circondato da campi ben coltivati e verdi prati, in cui pascolavano le mucche che fino a qualche decennio fa venivano allevate in questo luogo. A testimonianza di ciò esiste ancora al centro del paese, la vecchia latteria, non più funzionante con l’avvento delle nuove centrali di trasformazione del latte e l’abbandono progressivo delle campagne. Altre testimonianze di vita del paese sono le fontane e il lavatoio in pietra locale.

La latteria, sorta nel 1919 all’indomani della Grande Guerra, assolse il proprio compito come struttura per la trasformazione del latte e la produzione di prodotti caseari fino agli inizi degli anni ’70. I locali rimasero abbandonati fino a che, nell’anno 1994, grazie all’intervento di alcuni abitanti della frazione, vennero recuperati, mantenendo tutte le attrezzature originali e creando così un ambiente che rispecchia le caratteristiche iniziali della struttura e l’uso cui era in passato destinata. La latteria può essere ammirata durante le varie manifestazioni culturali che vengono organizzate o da chiunque ne faccia richiesta. I locali sono punto di ritrovo per riunioni della comunità e centro d’incontro per manifestazioni organizzate dalla stessa (la “Crostolada” a Carnevale, la “Castagnada” a San Martino, San Nicolò per tutti i bambini….) o da altri.

Vich è legata alle proprie tradizioni e lo dimostra organizzando nel corso dell’anno varie iniziative tra cui il “Paga rosto” ed il Presepe.

Il primo è un antico gioco, tramandatoci dai nostri avi e probabilmente imparato dagli stessi emigranti in Francia. Lontano parente del gioco delle bocce, si differenzia da quest’ultimo sia per la cornice della gara che per il tipo di bocce utilizzate. Non si gioca infatti in un bocciodromo, ma lungo i campi, prati, colli, che circondano il paese e non con le bocce di ferro o plastica, ma di legno, tornite e scolpite a mano (alcune sferiche, altre ovali, ecc..).

Si gioca nel giorno di metà Quaresima o a metà del Carnevale e la bellezza di tale competizione risiede nel cerimoniale, nei movimenti, e nelle frasi che i convenuti devono eseguire per non incorrere in penalità. Una gara che unisce anziani e giovani, oltre uno stuolo di simpatizzanti, per un intero pomeriggio all’insegna dell’armonia e del divertimento. Tra tutti a spiccare è la figura del “contapunti”, generalmente il più vecchio della combricola, che porta con sé il tabellone sul quale vengono segnati i risultati della gara. Terminata la competizione, ci si ritrova tutti nella “Vecia Lateria”, parlando e scherzando della giornata appena trascorsa degustando un genuino rinfresco.

La comunità frazionale si ritrova anche per allestire un originale presepio in una vecchia “tieda” del paese. Il paesaggio ed i personaggi vengono interamente realizzati a mano utilizzando i materiali offerti dalla natura: sassi e pietre della zona, ritagli di stoffa e juta….oppure di riciclo come bottiglie di plastica o lampadine bruciate.

Il capitello sorge tra le frazioni di Mares e Pises, costruito nei primi anni 70 recuperando pietre e statue della vecchia chiesa di Mares, demolita per costruire la strada comunale Vich-Mares, alla fine degli anni 60. Il sacello è dedicato al Sacro Cuore di Gesù e Maria.

Origini, storia, attualità e foto del paese su www.vich.it

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Pagina aggiornata il 10/09/2024

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